l superbonus 110 per cento ha dato un contributo del 22% alla crescita totale del Pil. A dirlo il XXXIII Rapporto Congiunturale e Previsionale del Cresme, che ha analizzato il settore delle costruzioni. Dati che arrivano in un momento in cui l’incentivo fiscale è sotto i riflettori, tra le novità per il 2023 e la probabile proroga della Cilas.
Secondo quanto evidenziato dal rapporto del Cresme, la forte crescita del Pil nel 2021 e nel 2022 ha radici profonde nelle costruzioni e nel superbonus 110 per cento, che con le altre manovre di edilizia incentivata ha dato un contributo del 22% alla crescita del Pil.
L’analisi del Cresme ha evidenziato che gli incentivi fiscali introdotti con le agevolazioni hanno portato a più di 106 miliardi di investimenti di euro tra il 2020 e il 2022. Per il 2023 si prevede però un cambio di passo sostanziale. In particolare, le modifiche al superbonus, con il suo ridimensionamento, potrebbero determinare l’anno prossimo un calo nei lavori per le riqualificazioni abitative (-9%). Di contro, tuttavia, dovrebbe registrarsi un aumento della realizzazione delle opere pubbliche con quasi il 42% in più.
Questo andamento nel 2024 dovrebbe determinare un calo totale degli investimenti del 7,1% e del 22,6% dell’edilizia privata.